Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/210

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2 1^2 LIBRO scrittegli non abbia risposto; dice che consegna questa al suo principe Alfonso d1 Este, che andavasene in Francia, e che il prega a ricordarsi dell’amicizia che stretta avea con lui in Venezia 35 anni addietro, com’ei riconlav a si del frutto che dal conversare con lui raccolto avea pe’ suoi studj: Quando cui ni rccordor, gli dice tra le altre cose (Op. t. 2. par. 2, p. 489), (quantum tuis fidelissimis monitis , cum una Venetiis agebamus, mea studia juveris, non possum eorum cum primas tibi facile tribuere, tum hoc modo per lite ras memor esse. Mi Juli, Riccio tuo tandem post trigesimus quintum arili uni te vivere... isthinc quoque significa. Ecco dunque lo Scaligero pacifico tra’ suoi studj in Venezia 35 anni prima deli556, cioè circa il 1521, quando Giuseppe vorrebbe persuaderci eli’ ei fosse capitano in Torino. E ciò basti per saggio delle solenni imposture che amendue gli Scaligeri hanno osato di tramandare alla posterità , lusingandosi eli’ ella potesse esser sì cieca, che non mai giugnesse a scoprirle. LX. Noi crederem dunque invece che Giulio Bordone fosse figliuolo di Benedetto Bordone, probabilmente di patria padovano , e miniatore in Venezia, e soprannomato dalla Scala, o per f insegna che alla sua bottega avea posto, o pel luogo in cui essa era situata; che fino al 1525, cioè fino all’anno 42 della sua età, si trattenesse modestamente ora in Venezia , ora in Padova , studiando ed esercitando la medicina; che frattanto sotto il vero suo nome di Giulio Bordone pubblicasse quegli opuscoli de’ quali abbiam fatta menzione parlando del padre, e