Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/223

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terzo 2i85 talvolta gittasse le notti intere. Ma forse ancor nacque da un soverchio timore eh1 egli ebbe delle altrui censure, in un tempo in cui contro ogni picciolo neo nello stile si levava alto rumore. E certo le cose che di lui ci son pervenute, sì in prosa che in verso, sono scritte con eleganza, ma forse non uguale al concetto che di lui allora si avea, e singolarmente le poesie, le quali, benchè abbiano il lor pregio non posson però, s’io non erro, stare al confronto con quelle di altri scrittori che gli furono contemporanei (*). IYT. Mentre l’Amaseo e il Buonamici illustravano col loro nome le università di Bologna e di Padova, non minor lustro accresceva a Venezia Battista Egnazio. J)i lui ancora non abbiam molto affaticarci in ricercar le notizie, avendole già coll’usata sua diligenza raccolte P eruditissimo P. Giovanni degli Agostini (Calogeri linee. & Opusc. t. 33, p. 1, ec.). Giambattista Cipelli furono i veri nomi ch’egli ebbe, quando nacque circa il 1478 in Venezia di poveri genitori; ed egli poscia, secondo l’uso allora comune a molti, li cambiò in quelli di Battista Egnazio. Alla scuola di Benedetto Brognolo da Legnago apprese i primi elementi della letteratura; e da lui, e poscia da Francesco Bragadino, fu istruito nella filosofia, e a persuasion del secondo, in età di soli diciotto anni , cominciò a tenere in Venezia privata scuola di belle lettere. La fama che (’) Lo Poesie Ialine del TUionamici furono la prima volta stampate in Venezia nel 1572.