Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/316

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22^8 LIBRO verso il 1535 fu chiamato maestro di gramatica a Cento; che ivi benchè non fosse troppo contento del numero de’ suoi scolari, e del vantaggio che dalla sua scuola traeva , e che perciò ne partisse talvolta, fu nondimeno or confermato più volte, or richiamato e accolto sempre con molto onore, sicchè in diverse fiate vi stette fin presso a venti anni; che nel 1557 fu chiamato in casa Ludovisi a Bologna, ad ammaestrar nelle lettere i fanciulli di quella famiglia; che otto anni appresso, invitato dalla comunità di Viadana a recarsi colà per tenervi scuola, se ne scusò, perchè non gli veniva permesso l’allontanarsi dalla casa Ludovisi. Nè altro di lui sappiamo; perciocchè queste lettere sono la sola memoria che ce ne sia rimasta. Ad esse va unita un’orazion da lui detta in Bologna , all’occasione che i tribuni della plebe prendevan possesso della lor carica. Nè io so che di lui si abbia cosa alcuna alle stampe. Finalmente vuolsi qui ricordare di nuovo , a onor dell* Italia , quel Benedetto Teocreno , o Taglia carne , cbe fu maestro de’ figli di Francesco I re di Francia. Di lui abbiamo già parlato altrove; e io qui lo nomino per far menzione del successore ch’egli ebbe in quell’impiego, di cui dobbiam la notizia alla lettera di Pietro Morelli da Tours, con cui nel 1579 egli offre a Jacopo e a Giovanni da S. Andrea la sua versione latina de’ primi cinque libri dell’opera di Niceta Coniata, intitolata Thesaurus Orthodoxae Fidei. In essa così egli dice: Ut taceam Bibliothecam Graecis et Latinis auctoribus instructissimam, quam mihi testamento