Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/390

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235 2 LIBRO che il padre giaceasi gravemente infermo, volò a Milano; ma trovollo già trapassato , ed egli fermo di eseguire la non mai cambiata risoluzione, tornossi a Bologna, ove, dopo aver passati tre altri mesi nello stesso tenor di prima, e dopo aver avuta gran parte in qualche pericolosa rissa, accettato nell1 Ordine ile1 Minori osservanti da f Luigi Pozzi detto il Borgonuovo piacentino, che ne era allor generale, e passato a Firenze , ivi prese L’abito in età di dicianove anni, a’ 15 di marzo del 1567, cambiando il suo nome in quel di Francesco, in memoria di un suo zio che col medesimo nome era già stato in quell’ordine, ed era stato egli pure predicatore assai rinomato, e ne abbiam pruova negli Annali mss. di Modena di Tommasino Lancellotto, ne’ quali si dice che nella quaresima del 1531 ei predicò in questo duomo, e si fanno grandissimi elogi della sua rara eloquenza. XIII. Quanto sincera fosse la risoluzione del Panigarola, presto conobbesi dal fervore con cui si diede alla pratica di tutti gli esercizj di pietà proprj del suo Ordine. Fatta il compier dell’anno la professione, fu inviato a Padova, ove Pietro Catena e Bernardino Tomitano, profes- j sori in quella università, andavano ogni giorno a dargli lezione, il primo di matematica, il secondo di logica. Nel 1569 passò a Pisa, ove frequentando le scuole di quella università vi ebbe fra gli altri a maestri Flaminio de’ Nobili e Andrea Cesalpino, da noi già mentovati con lode. Mentre ivi egli era nel 1570, il guardiano del suo convento, chiamato a predicare la quaresima a