Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/392

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2354 LIBRO convertiti alla Religione cattolica parecchi Calvinisti di ragguardevole condizione, predicò una quaresima agl1 Italiani d’Anversa, un’altra a que’ di Lione. Tornato nel 1573 in Italia, per lo spazio di tredici anni ne corse le principali città, occupato insieme nel legger la teologia in diversi conventi del suo Ordine, e nel declamare dai pergami, udito sempre con tale applauso, che le più ampie chiese sembravano anguste alla folla che a lui occorreva, e sommamente onorato da tutti i principi, innanzi ai quali ebbe l’onore di favellare. E tale era la fama di lui sparsa per ogni parte, che ne’ suoi viaggi ei non poteva passare per alcun luogo, ove non fosse costretto a predicare; e talvolta appena appariva egli alle porte di una città, che tosto davasi il segno colla campana, per radunare il popolo ad ascoltarlo. Ei predicò nel duomo di Modena nel gennaio del 1580, e ce ne resta memoria nella Cronaca Carandini ms., ove, sotto i 10 gennaio del detto anno, si legge: Predicò nel Duomo di Modena Frate Francesco Panigarola huomo stupendissimo, della eloquenza et dottrina del quale rimase stupefatta la Città. S. Carlo Borromeo seco il volle in Milano negli ultimi due anni della sua vita, e in tale stima egli era nella città, che morto il santo arcivescovo, ei fu da molti bramato per successore. Ma egli tornato a Roma, ad istanza di Alfonso II duca di Ferrara, fu nel 1586 consegrato vescovo di Grisopoli, e nominato suffraganeo di Ferrara. Trasferitosi a quella città , non vi ebbe distinzione ed onore ch’ei non ricevesse dal duca. Ma presto si cambiò scena,