Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/426

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2388 LIBRO Ninn ci sa dire chi gli fosse maestro nell’arte; e ciò che da alcuni si afferma eh’ei fosse scolaro del Mantegna, è più appoggiato a congetture che a pruove. Più degna di fede sarebbe l’asserzione di Tommasino Lancillotto modenese coetaneo del Correggio, clic nella sua Cronaca ms. di Modena, copiata nel secolo seguente da Giambatista Spaccini, parlando di Francesco del Bianco pittor modenese, morto nel i5io, afferma eli’ ei fu il maestro del Correggio. Ma a dir vero, nell’originale del Lancillotto questo passo non si ritrova. Non vi ò memoria cbe il Correggio mai vedesse nè Venezia, nè Roma; e a quest’ultima città ci assicura Ortensio Laudi eli’ egli non viaggiò mai: Morì giovane, senza haver potuto veder Roma (Cataloghi, p. 4‘j8). rischiarare la vita di questo incomparabil pittore più che non si era fatto finora. Ivi ho fra le alti e cose mostrato che il Correggio fu veramente correggesco, e non oriondo da Campagnuola; che la sua famiglia era sufficientemente agiata di beni di fortuna; che il Correggio non fu sì povero , nè i suoi quadri furono sì mal pagati, come da alcuni si crede; che per la cupola di s. Giovanni in Parma, e per gli ornamenti aggiunti alla nave maggiore, ebbe 472 ducati d’oro in oro ossia zecchini veneti; che mille ducati d’oro ebbe per la cupola della cattedrale; che le 208 lire reggiane pagategli pel quadro detto della Notte non equivalgono già a otto doppie, ma a quarantasette e mezzo scudi d’oro; prezzi al certo inferiori di troppo a quelli che ora si darebbero per aver tali pitture, ma che a que’ tempi eran prezzi da valoroso pittore. Ivi ancora si potranno vedere le più minute notizie intorno alla vita e a’ quadri di questo sì raro genio. Nella stessa Biblioteca si è parlato (p. 493) di Lelio Orsi da Novellara, forse scolaro, e certamente uno dei più felici imitatori del Correggio.