Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/129

Da Wikisource.

PRIMO I 17 Diverse cose ho io in mente; ma non posso fidarmi della memoria, ed il riscontrarle mi si rende quasi impossibile, per aver tutti li miei libri ammassati. E in altra al medesimo (ivi, p. 24(1): E noto a chi che sia, che tutti li miei libri tengo ammassati, onde per prenderne uno è necessario il rovinarne dugento Il nobilissimo sig. Rostgaard potrà attestarle, che avendo esso avuto bisogno del secondo tomo delle opere del Libanio, io gli dissi subito, dove C avevo, ma gli convenne levar prima intorno a cinquecento libri in foglio, sotto alli quali era. Le notizie eli ella brama, le ho in mente, senza aver bisogno di cercarle, ma in ni ss una maniera mi fiderei della mia memoria, senza riscontrarle ne’ libri, ne’ quali le lessi. Ma quanto egli era cortese verso de’ dotti che o per lettere lo consultavano, o venivano a visitarlo, altrettanto egli era difficile a quelli da’ quali non poteva aspettarsi che noia e perdimento di tempo. Avea perciò aperto un buco nella porta della sua casa, per cui guardava chi voleva mettervi il piede; e se non gli parea tale che fosse ulil V ammetterlo, la porta restava chiusa: O se a Firenze, gli scrive scherzando il Noris (cl. Venet. Epist. ad Magliab. t. 1, p. 37, ec.), vorrà venirmi a parlare , lo guarderò per il buco, come fa con noi tutti forestieri V. S. e qui con tutti il signor Gronovio, che dice di aver imparato tal furberia in Firenze. Io credo che V. S. farebbe meglio porre la gabella a chi vuol entrare. Un uomo sì ricco di cognizioni appena ne comunicò al pubblico saggio alcuno, o perchè tutto