Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/223

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SECONDO 2 1 I protestò sempre di non esserne egli f autore , come essi provan co’ passi di alcune lettere da lui scritte al Magliabecchi. Il qual argomento se sia di tanta forza, coni’ essi pensano, lascerò che altri il decida. Non fu però solo il Macedo che contro il Noris si levasse a contesa. Un’apologia d’Ilario d’Arles e di Vincenzo Lirinese fu pubblicata sotto il nome di Bruno Neusser, e fu creduta opera del P. Onorato Fabri gesuita francese. Più gravi furon le accuse colle quali fu imputato al Noris che nelle sue opere si mostrasse seguace degli errori di Giansenio e di Baio; e su ciò ancora si videro dall’una parte e dall1 altra uscire alla luce parecchi libri, alcuni de’ quali sarebber più degni di lode, se fossero scritti con quella cristiana moderazione che singolarmente nelle dispute teologiche regger dovrebbe le penne degli scrittori. Le opere del Noris però più volte sottoposte in Roma all1 esame, mai non furono condannate, anzi l’autore vi fu in piò malli ere onorato e distinto. E ciò basti intorno a questo argomento, intorno al quale io non potrei senza pericolo innoltrarmi in più minute ricerche, le quali ancor son lontane dallo scopo di questa Storia. Alla Storia dell1 Eresia Pclagiana vanno congiunte la Dissertazione sul quinto Sinodo e le Vindicie di S. Agostino. Egli ci ha data ancora la Storia della controversia nata in Oriente intorno al potersi dire che una delle Persone della SS. Trinità avesse patito per gli uomini, e l’Apologia dei Monaci Sciti. Avea innoltre intrapresa il Noris la Storia de’ Donatisti; ma non avendole egli data f ultima mano, i Ballerini l’hanno 4