Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/269

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SECONDO 357 del i63; prette interamente la vista: lo voleva. scrive egli a’ 20 di febbraio del dello il cui originale conservasi presso il ch. sig. senator Nelli in Firenze, e ch’io godo di poter qui pubblicare: Voi ben sapete 3 stimatissimo Padre Vincenzo, che la mia vita non è stata finora che un soggetto di accidenti e di casi, che la sola pazienza di un filosofo può riguardare con indifferenza, come effetti necessari delle tante, strane rivoluzioni a cui è sottomesso il globo che abbiamo. I nostri simili, per quanto ci affatichiamo di giovarli, a diritto e a rovescio, procurano di renderci la pariglia coll’ingratitudine , co’ furti, colle accuse; e tutto ciò si ritrova nel corso della mia vita. Ciò vi basti, senza più interpellarmi circa le notizie di una causa e di un reato, che io neppur so di avere. Voi mi dimandate conto nell’ultima vostra dei 17 di giugno di questo anno di ciò che in Roma mi è accaduto , e di qual tenore fosse verso di me il Padre commissario Ippolito Maria Lancio, e Mons. Alessandro Vitrici assessore. Questi sono i nomi de’ miei giudici, che ho presenti ancora alla memoria , sebbene ora mi vien detto che tanto T uno come 1’alito sieno mutati, e sia fatto assessore Mons. Pietro Paolo Febei, e commissario il Padre Vincenzo Macolani. Mi interessa un tribunale, in cui per esser ragionevole sono stato riputato poco meno che eretico. Chi sa che non mi reduchino gli uomini dalla professione di filosofo a quella di storico dell Inquisizione! me ne fan tante a fine ch’io diventi l’ignorante e lo sciocco d’Italia, che farà d’uopo alla per fine finger di esserlo. Caro Padre. Vincenzo , io non sono alieno di porre in carta i miei sentimenti su di ciò che mi dimandate , purché si prendino le precauzioni per farvi giungere questa lettera, che già si preser da me allor quando mi convenne rispondere al sig. Lottario Sarsi Sigensano, sotto il qual nome era nascosto il Padre Orazio Grassi Gesuita autore della Libra Astronomica e Filosofica, il quale ebbe l’abilità di punger me unitamente con il sig. Mario Guiducci nostro comune amico. Ma non bastarono le lettere, bisognò dar fuori il Saggiatore, Tiraboschi, Voi. XIV. 17