Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/286

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2"4 LIBRO movesse perpetuamente; del che egli dice che trovò l’idea nella lettera sopraccitata del Galileo al Reali; e siegue poscia sponendo diversi t< illativi eh’ei fece per assicurar 1’uguaglianza delle vibrazioni del pendolo, finchè trovò il modo, da lungo tempo cercato, di far che un semplice pendolo per proprio suo movimento e senza forza estrinseca si movesse; il qual segreto ei dice di aver comunicato all1 imperador Ferdinando II. Or questa lettera rende si certo che il figliuolo del Galileo eseguisse, benchè non del tutto esattamente, le idee del pa«lre nell1 applicazione «lei pendolo, che sembra escluderne ogni dubbio. Ma a rendere ancor più certa questa gloria del Galileo, si aggiungo clic f orologio da Marco Treffler fabbricato sotto la direzion di Vincenzo esiste tuttora presso il sig. avvocato Maccioni professore nella università di Pisa; e il dottissimo sig. Tommaso Perelli professore di matematica nella stessa università ne ha pubblicata la descrizione (V. Giorn. di Pisa, t. 2 , p. 234) Il meccanismo però ne è alcun poco differente dall1 Ugeniano, perchè il motore del primo, in vece di un peso, ha una molla, a cui dopo sono state aggiunte due laminette cicloidali. XI. Pare che sia destino di tutte le invenzioni del Galileo, eh1 esse gli vengono contrastate, e che altri cerchi di arrogarne a se stesso la gloria. Così avvenne ancora al compasso di proporzione da lui ideato fin dal , e fin «f allora «la lui fatto eseguire, e mostrato a diversi ragguardevoli personaggi, che si annoveravano dal Viviani, e prima di lui dal medesimo à