Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/294

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282 LIBRO loro il nome di stelle medicee, calcolò i periodi de’ loro moti, e ne distese le tavole. Per mezzo di questa osservazione, del suo telescopio e dell1 orologio e del pendolo, egli sperò di sciogliere il sì famoso problema delle longitudini. Ei comunicò la sua idea circa il 1615 al gran duca Cosimo, da cui fu proposta alla corte di Spagna, la quale avea promessi gran premii a chi giugnesse a scioglierlo. Ma tali difficoltà si frapposer da alcuni, che non potè il Galileo ottenere che si prendesse a tentare di mettere in esecuzione le sue idee. Più felice successo pareva che aver dovesse f offerta che egli ne fece nel 1636 alla Repubblica d’Olanda, la quale gradì talmente il progetto del Galileo, che oltre il ringraziarnelo con cortesissima lettera, inviogli tosto una magnifica collana d’oro, cui però il Galileo non volle accettare, finchè l’effetto non avesse comprovata la giustezza de’ suoi disegni. Frattanto essendo egli divenuto cieco, consegnò tutti i suoi scritti su tal materia al P. don Vincenzo Ranieri suo discepolo; ma questi ancora , mentre stava per pubblicarli , fu da immatura morte rapito, e gli scritti indicati andarono infelicemente dispersi, sicchè non se 11’ è piò avuta contezza alcuna; e il frutto di tante fatiche e di tanti studi del Galileo si è interamente perduto. Marte e Venere ancora furon f oggetto di diverse osservazioni del Galileo, il quale, fra le altre cose, avendo ei pubblicata la sua scoperta che quattro anni dopo il medesimo Galileo, cioè nel 161.^, non trovi» sì là ilmenle olii gli prestasse lede (V. Bailty, Hist, de l’Attron. moti. (. 1, p. 102, ve.).