Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/333

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SECONDO 3ai .ìt.l volume, ma prezioso per la soda e giudiziosa dottrina che in esso contiensi (Hist des Mathém. t. 2, p. 277, ec.). E con somiglianti espressioni ne parlano tutti que’ che hanno preso a trattare questa difficil materia, il Fabbretti ha ripreso il Castelli (De aquis et aquaeJiu t. Rotti, diss. 2 127), perchè si sia usurpata una gloria non sua, e vuol persuaderci che Sesto Giulio Frontino scrivesse a maraviglia su questo argomento. Ma ognun sa quanto poco di geometria sapessero gli antichi Latini, e io non so quale delle dimostrazioni del P. Castelli si possa trovare in quell’antico scrittore. Io non so pure di qual altra opera parli il P. ab. Castelli in una sua lettera al principe Leopoldo de’ Medici, scritta nel 1642 (Lett. ined. t. 1, p. 77), a cui egli la offre e mandala manoscritta. Essa non può esser quella della Misura delle acque correnti, perciocchè già da molti anni era stampata. Forse è quella sulla Laguna di Venezia, perciocchè ei dice di averla scritta con pensiero di servire la Serenissima Repubblica di Venezia, di cui son vassallo. Di alcuni altri opuscoli, che se ne hanno alla stampa, si vegga il citato P. Armellini, il quale avverte che oltre l’insegnare il modo di regolar le acque, il P. Castelli pose ancora in pratica i suoi medesimi insegnamenti, singolarmente col riparo fatto al Lago di Perugia. Alcuni altri opuscoli e alcune lettere inedite del P. ab. Castelli sono state inserite nella Raccolta degli Scrittori sul moto dell’Acque, pubblicata in Parma per opera del ch. P. abate. don Andrea Mazza monaco Tuuboschj , Voi. XIV. 31