Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/379

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SECONDO j()j XL. Non furono i soli accademici del Cimento, che colle loro esatte sperienze spargessero sulla fisica nuovo lume. Più altri filosofi italiani usaron del metodo stesso quali in una e quali in altra particolar parte della fisica stessa , e noi dobbiam far menzione almeno di quelli che di essa con ciò si renderono più benemeriti. Il P. Niccolò Cabeo gesuita ferrarese, che, dopo aver per più anni tenuto scuola di filosofia e di teologia morale e di matematica in Parma, passato a Genova, ivi morì a’ 30 di giugno del 1650 in età di (65 anni (V. Sotuell. Bibl. Script. S. J. p. 626), fu il primo fra gl"Italiani a scrivere un ampio e compito trattato sulla calamita. Prima di lui avea l’inglese Guglielmo Gilbert illustrato felicemente questo argomento colla sua Philosophia nova de Magnete, stampata la prima volta in Amsterdam nel 1600. Ma prima ancora del Gilberto il P. Leonardo Garzoni gesuita, morto in Venezia sua patria nel 1592 (ib. p. 549), avea fatte molte osservazioni e sperienze sulla medesima, e ne avea scritto un trattato che rimase inedito. Il P. Cabeo, che!ie ebbe copia e che spesso lo cita nella sua opera, afferma che essendo questo trattato venuto alle mani di Giambattista Porta, questi ne trasse il meglio, per inserirlo nella sua Magia naturale, senza mai nominarlo • e dice posson leggere piti distinte notizie nell’opera più volte citala del dott. Giovanni Targioni To7zetli, il quale avendo per fortunato accidente avute sotl: occhio le scritture dell’accademia medesima, ha potuto più copiosamente parlarne (AggranditneiUi, ee.!. i,/j. 3-a, ec.) XL. Notizie l\ Cu beo.