Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/406

Da Wikisource.

3y4 unno ancora porre l1 effigie del Galileo suo maestro in bronzo, con un elogio di esso, ch’egli pi scia inserì ancora nella sua Divinazione sopra Aristeo. XLIA. Frattanto ei fu nel 1662 adoperai

  • - dal gran duca Ferdinando II nelle controversie

sulla Chiana , da noi accennate nel parlar del Cassini, che per esse era stato deputato dal papa. L’occasione eli’ ebbero allora questi due grand’uomini di conoscersi l’uno 1 altro, g strinse in vicendevole amicizia, e mentre trai lavano la controversia per cui erano stali dt stinati da’ lor sovrani (la qual però non fu allora decisa), fecero insieme diverse osservi zioni astronomiche e naturali, e anche sulle antichità. Queste occupazioni però, nelle quali egli era impiegato come ingegner del gran duca , troppo il distoglievano da’ cari suoi studi, e perciò Ferdinando II con due suoi motuproprii onorevolissimi al Viviani, segnati a’ 15 di maggio del 1666, gli concedette il riposo dagli esercizii di quella carica. Il Viviani stesso nella lunga lettera da me sul principio) indicata e scritta nel 1697, appiè della quale si leggono i due motuproprii sopraccennati racconta con quanta bontà il gran duca lo trattasse in quella occasione, e quanto amore volmenle con lui ragionasse; ma aggiunge in sicme, che l’invidia di alcuni avea operato in modo, che i sovrani comandi non erano stati eseguiti, ed egli non avea ancor potuto olle nere, dopo anni di servigio, la bramata quiete. Pensava allora il Viviani a stender un1 opera sulla resistenza de’ solidi, affili d