Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/427

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SECONDO ^|5 a perfezione maggiore assai che mai non avesse in addietro, così nel secolo di cui scriviamo , fu vie maggiormente illustrata, unendosi in ciò lo studio delle matematiche proporzioni con quello delle antichità, e dandosi l’uno all’altro vicendevoli lumi a perfezionarne la teoria non men che la pratica (a). Io non parlo qui della (a) Contro questo passo della mia Storia si è veramente levato il sig. ab. Arteaga, dolendosi rii1 io obbia passati sotto silenzio tanti illustri stranieri, i quali si portarono in Italia ad illustrar sì distintamente e sì gloriosamente la musica (Rivoluz. di i Teatro music, ital. t. 1 , p. 265, ec.), e de’ quali egli ci ha dato un lungo catalogo; e graziosamente tu’ adatta que’ versi di un celebre tragico francese, ne’ 3uali s insegna la massima che per salvare la patria deesi dimenticare ogni legge. Ei nomina perciò molti Oltramontani, e singolarmente Spagnuoli, che nella musica furono uomini sommi. A questa accusa già si è risposto nel t. 27 di questo Giornale (p. 268 , ec.), mostrando che le cose dallo stesso ab. Arteaga narrate confermano la mia proposizione. In ogni caso, se io nella mia opera ho mancato per difetto, parrà a molti che il sig. ab. Arteaga abbia peccato per eccesso; io perchè nella Storia della Letteratura italiana ho dimenticato di parlare de’ musici spagnuoli; egli perchè nelle Rivoluzioni del Teatro musicale italiano ci ha data la Storia de’ Teatri musicali di Francia, di Spagna, di Germania, d’Inghilterra, di Moscovia , ec. Io non cercherò punto di sminuire le glorie delle altre nazioni; ma pregherò in vece l’ab. Arteaga ad informarsi un po’ meglio de’ fatti che egli francamente ci narra, e a non vantarsi tanto sovente di cavare dalla oscurità alcuni uomini. Tra questi è un certo F. Pietro d’Uregna, di cui egli dice (p. 202) che circa il 1520 aggiunse una settima nota alle sei di Guido d’Arezzo. Ma se egli avesse attentamente osservato ciò che il Caramuel e Niccolò Antonio dicono dell’Uregna, avrebbe