Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/435

Da Wikisource.

SECONDO 433 antichità, ili storia, di genealogia, di poesia e jj mille altri argomenti. E io confesso che riflettendo alle tante opere da lui scritte, e alla vasta erudizione che si ammira in quelle che sono state stampate, parmi che il Doni debba annoverarsi tra quegli uomini che, qualunque ne sia la ragione, non hanno fama al lor merito corrispondente; perciocchè nè il Niceron nelle sue Vite, nè il Bayle, il Chaufepiè, il Marchand nei lor Dizionarii, in cui pure si veggon le notizie d’uomini troppo a lui inferiori in sapere, del Doni non fanno menzione alcuna. IiVUL La logica, la metafisica, la filosofia morale non ci offron cosa che degna sia di particolar ricordanza. Quei che si occuparono in tali argomenti, non si avanzarono molto oltre que’ confini a’ quali eran giunti i precedenti scrittori, e parecchi di essi ancora, usando di quello stile vizioso e corrotto che pur troppo dominò in questo secolo nella maggior parte d’Italia, se scrissero cose buone, non seppero scriverle bene, e i loro libri perciò si giacciono ora dimenticati. Lasciamoli dunque noi pure in quella oscurità a cui il buon gusto gli ha condennati , e passiamo ad oggetti più gloriosi e più lieti, (a). (a) Non dovea a questo luogo tacersi uno scrittor di politica poco conosciuto in Italia, perchè poco egli vi si trattenne, ma che certamente fu italiano. Egli è Carlo Paschal che, per confessione de’ Francesi medesimi (V. Dict, des Homm, ill. ed. Caen. 1779, t. 5, p. 328), era natio di Cuneo in Piemonte. Passato in età ancor fresca in Francia, fu al servigio di quella corte, e co’ suoi rari talenti vi ottenne i più luminosi imp.eghi. Fu