Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/47

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piumo 35 vita («). Perciocché, oltre più ornamenti da lui giunti a questa città, a lui deesi principalmente la si celebre galleria delle pitture cominciata già da Francesco I, e da lui poi accresciuta per modo, che potè essere rimirata come la più copiosa e la più ragguardevole che allora si avesse. Avea egli ancora ordinato al cav. Bernini d’innalzare una statua equestre al duca suo padre, di cui il medesimo valoroso artefice avea già formato il busto, che tuttor qui conservasi, e inviatolo allo stesso duca Francesco ancor vivo, da cui ebbe il dono di mille dobble j ma la morte di Alfonso gli impedì l’esecuzione del suo disegno. Di Francesco II, che in età fanciullesca dopo la morte del padre salì sul trono, e ch’ebbe pur breve vita, dovrem più volte parlare nel corso di questo tomo, perciocchè da lui vedrem fondata l’università di Modena, da lui riaperta la ducal biblioteca, da lui stabilita l’accademia de’ Dissonanti, da lui raccolto un magnifico museo d’antichità. Qui basti il dire ch’egli non trovava più dolce sollievo alle infermità e a’ dolori, da’ quali era sovente travagliato ed oppresso, che la conversazione con uomini (a) Tra le pruove ch’ei diede il duca Alfonso IV del suo amore pe buoni studi, deesi annoverare il chiamare ch’ei fece a Modena Gemiuiano Montanari, a cui diede il titolo di suo filosofo e matematico con annuale stipendio. Il medesimo Montanari istruì poi nell’astronomia il duca Francesco 11, giovinetto allora di sedici anni, e compiacevasi sommamente in vedere > rapidi progressi che io questa scienza egli faceva (Bibl. moderi, t. 3, p. a5y, aoo).