Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/477

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SECONDO 4^5 M. Portai (l. cit p. 258) di Guglielmo Riva astigiano, di cui , citando la testimonianza di monsig. Lancisi, afferma che morì nel 1676 attaccato da una febbre pestilenziale, per essersi addormentato sotto una pianta nella Campagna Romana. Egli avverte che l’Haller ne ha trovate in Gottinga 32 Tavole anatomiche le quali rappresentano molti feti mostruosi, e ove vedesi una nuova tavola de’ vasi delle reni, a cui f autore ha aggiunte alcune riflessioni chirurgiche. Egli qui non ne cita alcun’opera} ma altrove (t. 6, part. 2 , p. 768) ne indica due osservazioni chirurgiche, stampate in Roma nel 1663 e nel 1664* Era di fatto il Riva di que’ tempi in Roma, e l’abate Michelangelo Ricci, poi cardinale, scrivendo nel i(365 al principe Leopoldo, Noi abbiamo qui, dice (Lett. ined. t. 2, p. 131), un certo Sig. Guglielmo Riva molto esercitato nelle cose dell’Anatomia, il quale ha radunato varie osservazioni , a fine di stamparle un giorno, e i rami sono quasi tutti intagliati. Me le partecipò r altro giorno, e le sentii con sommo piacere, perchè le novità di Pecquet, Bartolino ed altri moderni francamente esaminandole, mostra in fatto quali siano vere, e quali false, sempre con anatomie reiterate che ha fatte de’ corpi umani. Parecchie osservazioni chirurgiche del Riva sono inserite nel primo tomo dell’accademia de’ Curiosi di Vienna, ed ivi egli è detto: Jo. Gulielmus Riva Pcdcmontanus, fria tomi cu s Romanus celeberrimae Chisianae Legationis in Galliam, S. AI. Christianissimae ac Pontificis Tiraboschi, Voi XIV, 3o