Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/59

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PRIMO 47 »i posson loro paragonare nelP impegno di favorire e di promuover le scienze. In fatti, come pruova il medesimo Foscarini, era il Molino in continuo carteggio con quanti uomini dotti erano allora sparsi per tutta f Europa; ed è stato gran danno che tante lettere da essi a lui scritte, o da lui ad essi, sian quasi tutte perite. Molti degli Oltramontani, e singolarmente Daniello Einsio, Pietro Scriverio, Giovanni Meursio, Gaspare Barleo, Pietro Cuneo, Isacco Casaubono, Gherardo Giovanni Vossio, Tommaso Farnabio, Giuseppe Vorstio, Ugone Grozio, o gli dedicarono le loro opere, o in esse parlaron di lui con magnifici encomii (ivi, p. 94) > acclamandolo concordemente come il protettore e il padre delle lettere e de’ letterati. E basti qui il recare alcune parole della lettera con cui il Meursio gli dedicò il suo libro intitolato Cecropia si ve de Athenarum arce, stampato in Leyden del 1622: Quid die am humanitatem incomparabilem? Quid doctrinam excellentem, et affectum in Litteratos tam prolixum, ut injuriam tibi faciat, qui hac laude potiorem quemquam censeat Hinc nimirum est, quod me hominem transmontanum solo studiorum nomine commendatum, et amandum sponte, tua suscepisti, et amorem hunc tuum nihil tale expectanti per epistolam indicare voluisti. Non fu egli scrittore che desse alcuna sua opera in luce, ma, a somiglianza del Pinelli, molto giovò agli altri nel comporre le loro. Credesi con fondamento che molto a lui dovesse f Paolo ne’ libri ch’egli scrisse sul governo della Repubblica (ivi). Molti