Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/151

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TERZO 6.75 guidasse. La turba ignorante, che è sempre il maggiore numero, tanto più leva alte le voci di applauso, quanto più è gigantesco l’oggetto che le vien posto innanzi; nè molto si cura che vi manchi ogni verosimiglianza e ogni esatta proporzione. Ecco per qual ragione, s’io non m’inganno, tanti si lasciaron sedurre dallo stil Marinesco, sì pochi presero ad imitare il Chiabrera. Ma fra coloro che il seguirono più d’appresso, e quasi gareggiaron con lui nel farsi capi di nuova scuola, di due soli che furono allor rinomati singolarmente, io dirò qui in breve, di Claudio Achillini e di Girolamo Preti (a). Auicndue bolognesi di patria, amendue furono giureconsulti, e il primo per lungo tempo, anzi per quasi tutta la sua vita , tenne scuola di questa scienza in Bologna, in Ferrara, in Parma, nella qual ultima città giunse ad avere 1500 scudi d’annuo stipendio, e in ogni luogo ebbe concorso affollatissimo di scolari. Fu caro al Cardinal Alessandro Ludovisi , e il seguì con carattere d’auditore in Piemonte, e poichè quegli fu eletto pontefice nel 1621 col nome di Gregorio XV, volò a Roma, sperandone grandi cose. Ma le sue speranza venner deluse, ed egli tornossene colle mani vuote a Bologna. Miglior fortuna trovò egli alla corte di Francia. Perciocchè avendo mandato al Cardinal di Richelieu. non già, come scrivono alcuni, il famoso sonetto che incomincia: Sudate, o fuochi, a (a) Notizie ancora più esatte della vita c delle opere dell Achillini e del Preti ci ha poi date il sig. conte Giovanni Fantuzzi ne’ suoi Scrittori bolognesi.