Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/196

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’"■20 LIBRO l’anno i6i5. Le quali minute riflessioni ho io voluto qui fare, trattandosi di un libro da pochissimi conosciuto. Ma ritorniamo al Tassoni. Nell’anno 1623 lasciò di essere al servigio del detto cardinale, e visse tre anni tranquillamente, attendendo insieme a’ suoi studi e alla coltura de’ fiori, della quale molto si dilettava. E questo fu il tempo probabilmente nel quale si uf. faticò a finire il Compendio del Baronio da lui cominciato più anni addietro, e di cui esistono alcune copie a penna in quattro tomi, una delle quali conservasi in questa biblioteca Estense. Avea egli cominciata quest’opera in latino; ma poscia la stese in italiano, e il Muratori muove qualche sospetto che il Compendio latino de’ medesimi Annali, pubblicato nel 1635 da Lodovico Aureli perugino, fosse quel desso che già scritto avea il Tassoni; il qual sospetto però non sembra abbastanza fondato. Nel 1626 cominciò egli a provare sorte alquanto più lieta. Dal Cardinal Lodovisio nipote di Gregorio XV fu preso al servigio coll’annuo stipendio di 400 scudi romani e colla stanza nel suo palazzo. Dopo la morte di quel cardinale, avvenuta nel 1632 , passò il Tassoni alla corte del duca Francesco I, suo natural sovrano, e ne ebbe il titolo di gentiluomo trattenuto e di consigliero con onorevole stipendio e abitazione in corte. Ma tre anni soli godette del nuovo suo stato, e venuto a morte a’ 25 d’aprile del 1635, fu sepolto in S. Pietro. Sun^io ™ XXII. Io ho accennato la più parte delle opere ««■«co-comi- dal Tassoni composte, lasciando di parlare di Pr.u.l è** alcune altre di minor importanza , e per lo più BramoUni- 1 /41