Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/205

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TERZO ~2f) <li moltiplice erudizione, e autore di molle nltre opere, «li cui ci danno più ampie notizie le Memorie della detta Accademia (p. 323,ec.) e il Crescimbeni (Comment. t. 2. par. 2, p. 273), e più esattamente di tutti il conte Giovanni Fantuzzi (Scritt. bologn. t. 8, p. 3o8 —jpc.). }j Acripanda di Antonio Decio si nomina dal medesimo Crescimbeni tra quelle che furono men soggette alla critica e alle riprensioni de’ dotti (l. c. t. 1, p. 2^9)- Quelle di Giambatista Andrei ni, figliuolo di Isabella da noi mentovata nella storia del secolo precedente, comico di professione , e ebe ebbe gran nome anche in Francia a’ tempi di Luigi XIII, non sono ugualmente pregevolij ma ei debb’esser qui ricordato, perchè vuolsi che colla sua rappresentazione sacra intitolata l’Adamo desse occasione al celebre Milton, che udilla recitare in Milano, a comporre il suo Paradiso perduto (V. Mazzucch. Scritt. ital. t. 1, par. 2, p. 708, ec.) (a). (a) L’eruditissimo sig. come Carli (Op. t. 17, p. 42) osserva assai giustamente che il Milton nato nel 1608, non potè assistere di presenza all’Adamo dell’Andreini, rappresentato circa il 1613 , e stampato nel 1617. Ma ciò non basta a provare che da esso non traesse l’idea del suo poema, perciocchè ei potè ben averlo alle mani, essendo singolarmente quel libro stampato con molta magnificenza , e ornato con quaranta rami disegnati dal celebre Procaccino, e dedicato alla reina di Francia. È certo, benchè l’Adamo dell’Andreini sia in confronto del Paradiso perduto ciò che è il poema di Ennio in confronto a quel di Virgilio, nondimeno non può negarsi che l’idee gigantesche, delle quali l’autore inglese ha abbellito il suo poema, di Satana ch’entra nel Paradiso terrestre e arde d" invidia al vedere la felicità dell’uomo, del congresso de’ Demonii, della battaglia