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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/280

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8o4 Non vi ò ignota la costante mia risoluzione di non fare alcuna risposta alle critiche che contro la mia Storia della Letteratura italiana vengano a luce. La bontà con cui il pubblico l’ha accolta, ha fatto che pochi avversarii e in cose di poco momento ha ella avuti finora. Io non ho replicato alle loro censure, e ho lasciato che i saggi e gli eruditi decidessero tra me e loro. A quelli che mi hanno amichevolmente avvertito di qualche fallo in cui io era caduto, ho attestata la mia riconoscenza , e le Giunte e le Correzioni che pubblicherò al fin della Storia faranno conoscere quanto io sia facile a ritrattare e a correggere ciò che ho scritto. Lo stesso metodo avrei io volentieri tenuto col sig. abate Lampillas j e s’ci non avesse fatto altro che confutare le mie opinioni, io o avrei cambiato parere, s’ei mi avesse convinto, o, se avessi creduto di aver per me la ragione, pago di ciò , avrei lasciato che il pubblico ne decidesse. Nè a farmi rompere il mio silenzio avrebbero avuta forza bastante le maniere non troppo amichevoli e dolci colle quali egli mi ha assalito. Ma il sig. abate Lampillas non contento di combattere le mie opinioni, combatte ancora la mia riputazione e il mio buon nome. Egli mi rappresenta come un dichiarato nimico della letteratura spagnuola; che altro non cerca che di screditarlaj che raccoglie studiosamente tutto ciò che possa render ridicoli gli autori spagnuoli j che dissimula tutto ciò che torna in lor gloria j che pare in somma clic abbia preso