Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/312

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83G duca di Modena. Aspettava io bensì, e meco aspettava impaziente il pubblico, una non men erudita che efficace risposta, in cui con sodi argomenti e scelta erudizione venissero valorosamente ribattute le ragioni con cui io pretesi convincere di falsità le pregiudicate opinioni del detto sig. abate contro la letteratura Spagnuola. Questa forza però invano si cerca nella sua lettera ultimamente pubblicata in Modena. La controversia letteraria proposta da me nel Saggio apologetico vedesi in essa lettera ridotta ad un litigio personale, in cui pretende difendersi il sig. abate col ricolmarmi di strane accuse , le quali, eziandio se vere fossero, non sarebbero atte a giustificarlo: quanto meno lo saranno essendo false del tutto? Lascio da parte le ingiuriose, dispregianti ed insultanti maniere (i), con cui vengo onorato dal sig. abate, le quali quanto più son sicuro di non essermi meritato , tanto più saranno riguardate dal pubblico come un effetto della bontà e della gentilezza di lui singolare. Non aspetti però. che da me resa gli venga la pariglia. Siamo noi Spagnuoli, direi quasi per effetto di clima, scarsi assai di siffatti complimenti, de’ quali, per quanto scrive il sig. aliale (tom, 1, pref. p. XXVI), gl’italiani sono forse non ingiustamente ripresi di esserne troppo liberali co’ suoi avversarii. Io stimerei di mancar ai più sacri doveri della (i) La mia lettera c l’opera del sig abate Lampillas son nelle inani di tulli. Si esaminino, e si decida chi sia stato più moderato