Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/342

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866 « dell’abate Lampillas ». Rii dica di grazia: sarebbe ella mai così buona di darsi ad intendere che quel tale non pretenda dire che la maniera e il carattere dell’abate Lampillas sieno una maniera piena d’urbanità e convenienza, e un carattere onesto (1)? TERZA ACCUSA. L’abate Lampillas fa dissimulare alV abate Tiraboschi cose cU\gli non ha in alcun modo dissimulate, Oice in terzo luogo l’abate Tiraboschi, eli’io 1’accuso d aver dissimulate cose eh’egli non ha in alcun modo dissimulate (lett. pag. 9). In pruova di questa pretesa infedeltà reca queste mie parole del tomo primo, pag. 264. Se Lucano avesse avuto la sorte di nascere sotto il cielo privilegiato d Italia, trovata avrebbe 1’abate Tiraboschi nella giovine età, in cui (1) In poche parole io rispondo a questo lunghissimo tratto dell’abate Lampillas. Egli crede di salvarsi abbastanza dicendo ch’ei non ha mai detto ch’io scrivo, ma sol che voglio far credere che Plinio il Vecchio fosse uomo di onestissimo carattere. Ma come mai voglio io far credere ciò che in niuna maniera nè affermo, nè accenno? Io parlo lungamente di Plinio, e non dico una parola in lode del suo carattere morale. Dunque nè io scrivo, nè voglio far credere eh’ ci fosse uomo virtuoso. Ma come dunque affermo io che il carattere e il tenor di vita di Plinio fosse assai diverso da quello di Seneca? Si legga ciò ch’io dico di questi due scrittori , e senza punto ricorrere al carattere morale, si vedrà qual differenza passi tra essi.