Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/382

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9°6 « Seneca altro non si trova sovente, che un’om« bra ed un1 ingannevole apparenza (tomo se« condo); vedrete che io lo rappresento nella " persona d’un impostore giojelliere che fra M poche merci vere ne presenta molte false, “ delle quali solo può invaghirsene un semplice " fanciullo, o un uomo rozzo (tomo secondo). u Aggiungete tutto quanto io scrivo contro il M suo stile, tutto il lungo processo contro il “ suo carattere morale, tutte le amare ironie u con cui sempre mai vien da me deriso; e “ confessale che questo illustre Spagnuolo dee «* restar obbligatissimo al sig. abate Tirabòschi.

    • Vedrete che io dico che lo stile di Pom« ponio Mela è terso ed elegante forse sopra

a tutti gli altri scrittori di questo secolo; ma “ vedrete altresì, che non trovando io in que« sto Spagnuolo se non molto che lodare, me a ne sbrigo in due righe, laddove impiego " molte pagine in parlar d’altri Spagnuoli, u dove trovo qualch* apparenza per iscreditarli “ e biasimarli. Vedrete che di Claudio vescovo « di Torino e spagnuolo di nascita ho paru lato non breyemente; ma vedrete che ne u ho parlato lungamente per poter recare di“ stesi i testimoni di Dungalo e di Giona, « coi quali viene screditata al sommo tutta la « letteratura di Claudio. È vero che io (di « genio, come sapete, moderatissimo) aggiun« go: Dungalo e Giona sarebbero meritevoli « di maggior lode, se contro il loro avversa« rio avessero scritto con maggior moderazione « (toni. 3); ma è vero altresì che poi sog« giungo con somma moderazione: Ma egli è