Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/430

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954. scelti (la Adriano, e della eleganza dei quali nello sci iv ere non ci lascia dubitar punto il giudizio di quel pontefice e di V. p. reverendissima. Quindi a pag. 198, per dimostrare in modo che non ammetta risposta che Adriano VI teneva presso di sè uomini versatissimi anche nella letteratura non sacra, osserva che uno di essi fu il vescovo di Chieti, che fu poi Puo. lo IV, il quale sarà stato, io m’immagino, o poeta, o oratore, o matematico. Finalmente a pag. 2741 per provare non esser vero che Adriano per poco non rimirasse come idolatri gli imitatori di Cicerone, osserva che nè Girolamo Negri, nè il Sadoleto nol dicono, con che è dimostrata la falsità della mia asserzione *, e seguendo a parlare del Sadoleto, riflette ch’egli non ritirossi già da Roma perchè fosse mal soddisfatto del pontificato di Adriano, ma perchè gli correva l obbligo di assistere personalmente alla sua chiesa di Carpentras) obbligo , sperava io-, eli’ ella dovesse aggiugnere per render compita la pruova , il quale non gli correva sotto il pontificato di Leon X , di Clemente VII, duranti i quali stette molto in Roma, ma solo sotto quel di Adriano. Ad Adriano VI succedette Clemente VII, e io mi lusingava che ciò che ne ho detto, avesse avuta la sorte di non dispiacere a V. P. reverendissima, perciocchè non ho veduta alcuna annotazione a pag. 22, ove io ho accennate le. guerre, nelle quali egli lasci ossi avvolgere, e che furon poscia cagione dell orribil sacco di Roma. Ma convien dire che sia qui accaduto