Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/448

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972 si compiace di far eco a’ miei detti, e di aggiugnere che la morte di quel pontefice fu pianta dagli uomini più dotti e più pii di que’ tempi, e specialmente da F. Sante Pagnino. * Ed eccomi finalmente giunto al tomo VIII, in cui la mia Storia si chiude. Io mi lusingava che qui ancora dovesse il zelo di V: P. reverendissima avere ampio campo in cui esercitarsi. Ma io temo che a danno mio e de’ lettori della mia Storia esso siasi illanguidito. Perciocchè, oltre la nota sul sistema copernicano già da me indicata, un1 altra sola notarella vi ho io trovata a pag. 4 »9- Ivi ho accennate le controversie che il P. Mazzarini ebbe con S. Carlo in Milano, nate all’occasione di quelle che questi avea allora in Milano co’ regii ministri intorno all’immunità ecclesiastica; ho confessato che il P. Mazzarini fu degno di biasimo, perchè mancò al rispetto al santo cardinale dovuto, ma ho aggiunto che dopo un formale processo ei fu dichiarato innocente riguardo a’ sospetti che intorno alla sua Fede si eran formati: e ho conchiuso che mi bastava l’aver di ciò dato un cenno per non ritoccare questioni pericolose al pari che inutili, sulle quali, più ancora che non conveniva, si è scritto alcuni anni addietro. Or ecco la bella nota che V. P. reverendissima a questo passo ha aggiunta: Non veggo, come si abbiano a rappresentare come inutili quelle quistioni che da gran luminari del Cristianesimo furono gloriosamente trattate, come da S. J tonasi o, da Osio di Cordova, da S. Ilario, da S. Ambrogio, da S. Gio. Grisostomo, e da vari altri che lungo