Pagina:Tiraboschi - Vita del conte d. Fulvio Testi, Modena, Società tipografica, 1780.djvu/141

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D. Fulvio Testi. 129

A me è riuscito fortunatamente di scoprirlo nella Poscritta di una lettera del più volte citato Francesco Mantovani al Testi medesimo, a cui scrivendo egli da Roma a’ 28. di Ottobre del 1645. Fu Profezia, dice, non Canzone quella di V. S. Illustrissima, quando sotto nome di Ruscelletto pronosticava a Barberino il fine amaro, che havrebbe la sua gran superbia. Ove riflettasi, che in quell’anno medesimo a’ 27. di Settembre il Card. Antonio Barberini, temendo lo sdegno del Pontefice Innocenzo X., era fuggito segretamente da Roma, ed era ito a ricoverarsi in Francia. Contro questo Cardinale adunque, e non come credesi comunemente contro qualche Ministro del Duca di Modena, fu scritta questa Canzone del Testi, e il vederla diretta al Sig. Conte Raimondo Montecuccoli Maestro di Campo generale del Serenissimo di Modena mi fa conoscere, ch’essa fu scritta nel 1643 in tempo della guerra trai Papalini e i Principi Collegati d’Italia, nella qual occasione il Conte Montecuccoli, che fu poi sì celebre nelle Storie di quel secolo, fu dal Duca Francesco I. suo natural Sovrano richiamato in Italia, e onorato del titolo riferito. Se il Cardinal Barberini, che era allora in gran favore della Corte di Francia, avesse qualche parte nello scoprire i disegni del Testi, che furon l’origine della sua sventura, io non ardirei nè di affermarlo nè di negarlo. Certo ei non potè accusarlo d’infedeltà, di cui il Testi non fu

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