Pagina:Toaldo - Completa raccolta di opuscoli osservazioni e notizie diverse contenute nei giornali astro-meteorologici, Vol 1 - 1802.djvu/140

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e notizie ec. 93

dell’Uva dall’Epatte. Una Primavera umida, e fredda, è sempre perniciosa ai grani: tale fu quella di quest’anno 1774. Non parlo delle inondazioni, che sommersero gl’intieri Territorj. Anche dove i Frumenti non furono coperti dall’acque, patirono però dall’umido, dal freddo, dalla nebbia. Quì intorno la Città di Padova, l’acqua restò pochi giorni sui Campi, ma vi si riscaldò sopra; ed una fumana di puzzolente nebbia, che s’alzò particolarmente la mattina dei 14. Maggio, seguita dal Sole ardente, fece fermentare, ed infracidire le spicche: le gambe vive produssero alla cima dei rametti con delle spicherelle, e dentro granellini, poco più che Meglio, forse incapaci di germinare seminati che fossero, o certo non più, che misere gamboline. Il prodotto totale quì intorno, non fu che la decima parte dell’ordinario: altrove non arrivò alla metà.

Il secco dell’Estate assiderò il grano Turco, e gli altri Minuti, dove più, dove meno; rese scarsissima l’Uva cogli altri frutti; poichè è specialmente in Agosto, che l’Uva trae il succo, e le Vigne formano i tralci colle gemme per l’Anno avvenire. Molto più manicarono Fieni, ed altri Foraggi.