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32 osservazioni,


39. Quanto al periodo di questi Inverni strani, come di tutte le annate stravaganti, io mi rapporto a quanto ne ho detto altrove, particolarmente nel Discorso sopra il freddo

del


    pensò l’Allejo fosse l’antico Polo della Terra, porta e passaggio delle più sottili materie terrene); non si potrebbe imaginare, che fosse il tutto provenuto da un’abbondante uscita a quella parte del fuoco centrale, e terreno (qualunque sia, che certo vi è, che ivi producesse il tepor dell’Inverno (e poi il caldo soffocante in Islanda) il fuoco delle Aurore Boreali, e di tanti altri fenomeni igniti, ma insieme, e principalmente, il Vento da quella plaga (non potendosi negare ad Aristotele, che molti venti provengono da esplosione o effusione di spiriti, e di vapori, come allo sciogliersi della neve, d’una nuvola, d’una caligine ), il qual vento cacciasse gli spiriti del freddo, ed i vapori nell’Atmosfera Meridionale? Non sarei il primo ad indurre di coteste eruzioni locali; l’Allejo lo pensò degli Effluvj Magnetici; il fu, dotto e modesto P. Alclepi, Lettor di Matematica nel Collegio Romano, lo voleva di certe arie particolari per ispiegare certe variazioni del Barometro. Un’Estate assai calda nel 1778 avrebbe potuto squagliare i ghiacci del Nord (come nel 1540 si sciolsero le ghiacciaje della Svizzera) aprire i meati della Terra, e quindi preparare l’accennata uscita d’un nuovo calor terreno a quella parte I seguaci del Sig. di Mairan sull’origine dell’Aurore Boreali, come provenienti dal mescolamento dell’Atmosfera Solare colla Terrestre, avrebbero invero da fortificarsi in quest’anno coll’ampiezza del lume Zodiacale scortosi molto avanti del solito in Gennajo, e con tante macchie