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DEI CONDUTTORI IN GENERALE.

1.

I

L genio felice de’ Signori Veneziani si è sempre luminosamente distinto nel coltivar le nobili invenzioni, particolarmente tutto ciò che riguarda le scienze, e le lettere. Non v’è governo in Europa che proporzionatamente impieghi tanto del suo Erario per la cultura della Nazione, in Collegj, Scuole pubbliche, Accademie, Università: così se v’è popolo, che abbia diffuso il sapere, la cultura, il buon gusto, fra questi è quello del Serenissimo Dominio Veneto; e prova ne sia li tanti premj accademici che in breve spazio di anni pervennero dagli stranieri ai dotti di questo paese. Nel Nobilissimo Ceto Patrizio poi conosco non solo Mecenati illustri, come sempre, ma numero grande di Gentiluomini, che pareggiando lo studio ai talenti, sarebbero capaci di professare le scienze quanto alcun dotto; e se vogliamo parlare de’ Conduttori, potrebbero diriger me nella loro costruzione; ed alcuni già ne hanno eretto nelle loro case di Città, o di Campagna, con sommo artificio, o per preservazione delle fabbriche, o per esplorare l’elettricità dell’atmosfera.

2. In fatti, a misura che scorgesi estesa l’utilità di questa invenzione, la pratica si va dilatando; e tutti poi se ne trovano altamente soddisfatti. Riferirò quì qualche fatto rimarcabile, osservatosi in questi paesi, a commendazione de’ Conduttori.

3. L’Eccellentissimo Sig. Angelo Quirini, Senatore di squisito gusto, d’estesi lumi, amatore e promotore di tutto ciò che v’ha di utile e di bello nelle scienze e nell’arti, nella sua elegantissima Villa di Altichiero presso Padova, tra gli altri ornamenti filosofici, volle averne uno anche più utile in un Conduttore. L’abbiamo eretto nel Maggio 1774 con tutte le cure dell’arte. Sopravvenne quella lunga siccità; dopo la quale, nella notte dei 17, 18 Agosto, successe un gran temporale con moltissime saette, che fioccavano all’intorno. Tra queste un gran baleno parve accender il Palazzo, con fragore contemporaneo; e quello che segnatamente fecesi da tutti rimarcare fu una succussione sotterranea simile ad una scossa di terremoto. Il dotto Senatore, che si trovava presente ed attento all’effetto della sua macchina, con ragione pensò che fosse stato questo un grosso fulmine tramandato dal Conduttore in terra; il che si confermò dal non essersi scoperto dopo, segno di


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