Pagina:Toaldo - Dell’uso de’ conduttori metallici a preservazione degli edifizi contro de’ fulmini, 1774.djvu/14

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languido, animarsi di un nobile coraggio, fornito però trovandosi di molti lumi, senza i quali non possono nè pure venire in mente le imprese. Comunque sia, un’esempio quasi incredibile dell’umana attività (che un’altro secolo avrebbe chiamata temeraria audacia) sarà sempre questo d’aver tentato di rintuzzare i fulmini del cielo. La cosa è celebrata per le Gazzette, per le Stampe, e per le bocche degli uomini in tutti i paesi d’Europa.

Io aveva già toccato questo argomento, sì riguardo alla teoria, che alla pratica, nel mio Saggio Meteorologico 1770, quanto bastava, all’occasione di trattare dell’Elettricismo atmosferico. Dipoi nel 1772, per piacere a rispettabile Personaggio del Governo, zelante di promuovere la pratica tanto utile di questa scoperta, ho pubblicato senza nome (presso il Pasquali in Venezia) un Manifesto, o Informazione al popolo, per informarlo appunto più familiarmente dell’utilità della cosa, e dei modi di porla in esecuzione.

Finalmente nella prossima estate 1773 il Magistrato Eccellentissimo dei SS. Riformatori dello Studio di Padova, animato da giusto zelo di porgere un’utile esempio alla nazione, deliberò di far applicare un Conduttore a questa Pubblica Specola, che servisse insieme a difesa dell’Edificio medesimo, in sito per lo innanzi frequentemente infestato da’ fulmini. Degnossi perciò di commettere a me, e al dottissimo mio Collega Sig. Co: Marco Carburi, Professore di Chimica, di dirigere quest’opera. In questo tempo passò per Padova il Sig. di Saussure Professor di Filosofia in Ginevra, celebre per li suoi viaggj, per la sua dottrina, ed anche per essere stato il primo ad erigere nella sua patria un Conduttore, che poi fu costretto a difendere contro i pregiudizj del suo popolo con


quell’