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4 P. I.  ART. I. PREMESSA GENERALE:

potrebbe fisicamente concepire, che arrivassero in modo molto diverso da quello, con cui i clamori de’ Crociati sotto Tolemaide fecero cader dall’alto la Colomba messaggiera, che all’uso di que’ paesi portava lettera d’avviso agli assediati; o pure come accade talor di vedere a chi viaggia in tempo di neve per profonde valli tra l’Alpi, che ad un semplice sternuto, o altro piccolo suono, staccandosi per sì tenue tremore un fiocco di neve dalla fronda di un albero, o dalla cima prominente di un sasso, questo fiocco rotolando giù, e involgendo la neve che incontra, cresce alla mole d’una montagna, che schianta tutto ciò, che incontra per via, seppellisce vetture e case riempie gli alvei e le valli, fa cambiar letto ai torrenti, eccita nell’aria una tal onda, che forma un vero uragano.

Più che si considera la maniera di operare dalla natura, tanto nel produrre, quanto nel distruggere le cose, si troverà, che ella procede adagio, con silenzio, con tempo, con moti piccoli, lenti, e misurati; sicchè un effetto non si produce mai, se non con un grado preciso, e quasi atomo di azione, e questo compartito a misura. Possono attestarlo i più intimi esploratori della natura, voglio dire i Chimici, i quali per effettuare qualche soluzione, digestione, coagulazione, o altro, sono costretti a compartire tanto scrupolosamente i gradi del fuoco, ed attendere i giorni, le settimane, i mesi, e gli anni; anzi ciò si vede nelle operazioni più comuni, ne’ lavori de’ cuochi, nel fermento del pane, nella formazione del cascio, e del butirro. Ma chi avrebbe creduto, che per accelerare la formazione del gelo, cioè per fissar l’acqua, come si pratica artifizialmente, fosse giovevole qualche piccola scossa del vaso, o un leggiero vento? E pure così è, quasi che con questo piccolo scuotimento le particelle erette dell’acqua si pieghino, e cadano le une su l’altre, o pure più prontamente si scacci l’aria ed il fuoco, che le teneva in soluzione. Così il Sig. Frievvald (T. XIV. Comment. Petrop.) mentre in stagione fredda faceva esperienze sopra le congelazioni, posto casualmente il dito su la pelle che copriva l’ampolla de’ Diavoli Cartesiani, con istupore vide in un subito per sì leggiero tocco tutta l’acqua convertirsi in lamelle di ghiaccio. Ciò accade a grado dello Sperimentatore ogni volta, che in tempo di gran freddo tenga delle bottiglie o tazze d’acqua coperte e difese dall’aria: benchè l’acqua abbia concepito molti gradi di freddo, 6, 10, 12, sotto il grado del gelo, non si gela: ma un piccolo tocco che la scuota, la fa tosto gelare. V. M.r de Mairan, Diss. Sur la Glace. p. 11. Sect. 3. Il qual fenomeno sulla formazione del gelo col tremito, ci fa capire quello che si osserva in tempo di nubi procellose, che allo scoccare di un tuono, cade tosto la grandine o la pioggia, simile a’ frutti maturi che cadono al crollarsi di un albero; e fa insieme arguire, quanto pericoloso sia il far rumori grandi, come suonar le campane in tempo di temporali1.


Nel
  1. Per dissipare i nembi, e le gragnuole suonansi le Campane, sulle navi si sparano le artiglierie: non mancò in conseguenza chi suggerì di disporre di distanza in distanza de’