Pagina:Toaldo - Saggio meteorologico - 1797.pdf/70

Da Wikisource.
54 P. I. AR. XI. DELL’INFLUENZA FISICA DELLA LUNA.


Riferisce e adotta il modesfimo l’osservazione del Chiaris\. Beccari ( Coment. Bon. Vol. IL ) ches i raggi della Luna raccolti con una lente, e diretti in un diamante, entrando in eslo, vi fi attaccano, e lo rendono lucido» nelle tenebre: olervazione, che sola rende sospetta l’esperienza vantata del niun movunento prodotto n2l Termametro colle lenti, e cogii spechi ustorj. Ma molte altre cose sono, cne ripugnano alla intiera fedeltà di questo speri:nento, o non lasciano concludere quello che per il medesimo fi pretende .. .

Io non incalcherò qui, che se bzane gli specchj, e le lenti condensfino Ja luce, quello del de la Hire 306 volte, quel!o del Villette 819, non oltante ancora la luce della Luna resta troppo languida per farsi sentire nel Termatinetro, poichè secondo l’esperienze, è conclufioni del Sig. Bouguer il lume della Luna anche piena resta più raro di quello del Sole zoo mille volte, ficchè anchs condensato nel foco di una lente la più effica= ce, resta ancora 300 volte più languido; e vi vorrebbero 300 Lune colio sp2cchio, è 300000 fenza spzcchio per eguagliare il lume, e il calore del Sol2. Bensì dirò, doversi in oltre accordare, che il calore del’ lume Lu»

nare, è almeno la trecentesima millesi:na parte del calore del Sola . Or questo tenue calore, succaeiramente raccolto, ed accumularo secondo il nostro principio generaie, deve avere della efficacia1.

Ma che il Termometro pér quanto sia sensibile, con quanta diligenza fi voglia fare l’esperimento, nan mostri di ricever impreli2ane, sempre fi patrà dire, che l’esperienza. ancora è troppo groslo!ana per pater decidere di cose tanto sottili; che l’esperienza dnra troppo b:eve te:mnpo in parago=

2 di un Pienilunio, che illumina. la Terra tutta una lunga notte; intervenirvi il vento, il sredda stesso della notte ( non potendosi far in luozo a bastanza chiuso ) che poilono impedire il moto. del Termometro. I raggi solari riflesii da una muraglia certaimente riscaldano: ma se rifiesi fi raccoglieslero in una lente ustoria in notabile distanza,. io. non so se alteraslero punta un Ternometro2.

Mia fenza ricercare cagioni esterne del niun essetto di questa esperienza , coine si è fatta oltre:mnonti dai nominati sperimentatori, io. mi ristringetò finalmente ad oppor loro. un’esperienza contraria, che deve aver maggior autorità, non dirò per esler d’un Italiano e nostro, ma perchè yjene. da un uomo che. aveva interesle al risultato con:rario .. Questo è il


ce-
  1. IL Sig. Black di Elimburgo ( Roxier Sc, 11472. ) fece una bella osservazione» ch’è questa: Esiite talora vero calore, ma latente ed assorto ne’ corpi, che i Termometri immerli in csli per certo spazio di tempo non risentono . Forie pz2rò adoprando il Termometro Reale del Sig. Ab. Soumille, o quello del Sig. Ab. Fontana, ove un grado è divilo in 86540 patti senslibili, li iscorgerà e il calor della Luna, ed altrl deboli calori.
  2. Ul Sig. Ab Teilier, membro della Società Reale di Medicina 5 avendo fatto molte sperienze sulle piante spillonate, etioltes dei Francesi, le quali tenute all’oscuro imbianchiscono» ° ingialliscono, ha trovato, che le le piante e/poste la notte al lume della Luna e tenute di giorna nell’oscurità; sono sensibilmente meno gialle, o bianche» che quelle che stanno nell’oscurità giorno e notte. IL Sig. Ab. Teissier ha letto su questo argomento due Memorte all’Accademia delle Scienze, che saranno publicate tra quelle degli Siranieri. Berwholon dell elettricità de’ Vegerabili pag. 354,