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72 PART. II. ART. I. DELL’USO DELLE OSSERVAZIONI EC..

essendo per le precedenti cause, e per il nesso delle colse determinato; nè più è certo che dimani leverà il Sole di quello, che in tal giorno, in tal ora, nel tal luoga, sia per cadere una cetta pioggia, considerando le disposizioni delle cause naturali.

Or all’urna suddetta sostitaiscasi l Atmosfera, o il corpo umano, che contengono in se le semenze delle varie mutazioni, e de’ morbi, come l’ urna le palle: non potrassi egli in modo simile per mezzo delle reiterate oslervazioni deterininare, quanto più facilmente una tal mutazione d’aria, ‘0 una tal malattia sia per accadere, e con qual esito terminarsi? E tutto questo senza supporre notizia alcuna dei principj agenti, o dell’esistenza delle cause: tale è la natura dell’esperienza, e dell’osservazione; tali i principj dell’arte conghietturale, e della probabilità, cogniti alla gente più rozza, la quale non sa formare giudiz; dell’incerto, se non col ricordare la frequenza, O rarità di casi finili.

Molto perciò è da stupire, come il gran Verulamio, appunto dove intraprende di purgare l’Astrofogia, sia devenuto ad escludere l’esperienza, fosle ella anche cieca, purché fedele: se alcuno, dice, volesse fondare questa scienza, non nella ragione e nella contemplazione filica, ma nella cieca esperienza, e nell’osservazione di molti secoli; coflui richiami infieme gli Augu= rj, I Aruspicina, ed altre favole, mentre tutto questo fi spacciava come riî=suitato di lunga esperienza, € d’antica tradizione . Inculca il Verulamio la considerazione delle cause fisiche; e lo accordo, quando fi conoscono, co= me in fatti rapporto alle Meteore fi conoscono in gran parte al giorno d’ oggi . Ma come mai escludere l’oslervazione, senza cui, con tutta la chiara teoria, nè pure la Fisica celeste sarebbe tanto avanzata, nè si avrebbe il sistema delle maree? Olo dire all’opposto, tanta esser la forza di una lunga e costante oslervazione, che lungi dal farne poco caso, se, dato e non concesso, questa fosle favorevole agli Auguri, agli Auspici, ai Sogni, agli Oroscopi, più tosto fi dovrebbero ammettere queste stefle arti, che escludere l’osservazione, quando fosse verificata e costante.

Porghiamo, che i Babilonj, in quei quattrocento settanta mille anni che vantavano di antichità, avessero trovato per costante osservazione, es. gr. sopra i giorni della settimana, sopra il nascere di certe stelle, sopra certi siti de’ Pianeti nel Zodiaco, sopra le Nativita degli Uomini, per nulla dire delle mutazioni d’aria in certa configurazione di stelle, o nelle Fasi principali della Luna, una certa qualità di avvenimento; io non esiterei punto a prestar fede alle regole, che se ne traeflero . Mz quelle arti sono da tenersi per vane, appunto perchè loro manca l’appoggio delle costanti osservazioni; e per questo il Verulamio le esclude lasciando tutto il loro diritto alle osservazioni ragionevoli.

Se una serie di oslervazioni, se una lunga esperienza s’accordi in un dato senso di avvenimenti, non può la ragione rifiutarsi all’aspettazione di avvenimento simile in avvenire . Per questa via sonosi fissate le probabilità della vita umana per le varie età, ricavando dai registri mortuarj il loro effettivo destino; sull’esperienze in fine sono fonda»

ti i Proverbj, dei quali è cognita generalmente la verità in pratica. In


fon-