Pagina:Tommaseo - Esempi di generosità proposti al popolo italiano, Milano, Agnelli, 1868.djvu/112

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pur troppi esempi ne abbiamo; ma ditemi dove un uomo che tanto s’innalzi sopra i suoi pari, e tanto si appareggi con essi; che li riprenda durissimamente, e che tanto teneramente li ami e che riprenda umilmente se stesso con tale sentimento della propria dignità? Dove un popolo che nel libro della sua storia e della sua fede, soffra tanto acri giudizi di sè e nel ripeterli ponga la sua consolazione e la gloria mentre che altre nazioni, quando credono a favole, e se le foggiano, non lo fanno se non per adulare sè stesse e i torti propri, palliare? Non son opera d’uomo nè tali fatti nè tali parole. E le parole son più che fatti; giacchè questi le seguono ubbidienti.


Dunque nell’anno quarantesimo, il primo dì dell’undicesimo mese, Mosè, vecchio di cenvent’anni, radunò tutto il popolo, e rammentò come Dio li avesse per mezzo ai pericoli, fuor della servità altrui e de’ lor proprii errori, pietosamente portati nel modo che padre fa il suo bambino; come misurato a ciascun d’essi il cibo e la vita; come, giunti presso alla meta dell’ammirabile peregrinazione, proponessero d’inviare chi vegga la terra, e additi la via, e gli ostacoli da superare e le agevolezze. - «La parola mi piacque. Furono inviati i dodici; e considerarono il paese dalla montagna alla Valle del grappolo. Ma più di quei messaggi atterrirono il cuore del popolo; e gridò: “Il Signore odia noi”. E però coloro che temevano ai loro figliuoli teneri schiavitù, sono morti; e voi sapete che quelli che allora erano bambini che non discernevano tra il bene e il male, a quelli Iddio serbava il possesso della terra agli altri negata.