Pagina:Tommaseo - Esempi di generosità proposti al popolo italiano, Milano, Agnelli, 1868.djvu/114

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rumorosi che ci percuotono i sensi (e questi stessi non sono tutti ben cogniti a noi); gl’intimi che seguono nel secreto delle coscienze, e che son le radici de’ fatti esterni, e ne dànno la vera misura morale; e in terzo luogo, anzi il primo, i fini della Provvidenza divina, inaccessibili a noi; che anco nella vita degli uomini singolari per pregi veramente umani, noi rincontriamo cose inesplicabili, delle quali, osservando meglio, scopriamo la calunniata equità e sapienza. Ma, dopo rammentate queste cose che ci raccomandano temperanza e modestia, soggiungeremo le ragioni, pur visibili, del grande fatto; il quale, benchè singolare dagli altri, contiene insegnamenti fruttuosi anco a noi.

Non accade ricorrere a quella ragione generalissima, che Dio, padrone di tutto, dà e toglie; così come agli Israeliti ordinò che chiedessero arredi preziosi in Egitto per portarli seco. Anco questo fatto che accenno, ha ragioni speciali; e sono: che il popolo oppresso aveva già tanto lungamente lavorato in servigio de’ suoi tiranni, che quelle robe erano una parte minima della mercede dovutagli; che gli Egizii per paura di nuovi flagelli, e per levarsi d’intorno quegli ospiti ormai tremendi è da credere che spontanei dessero quelle cose, con intenzione di non più riaverle, e pur credendo di comprare quiete a buon patto; che, altrimenti, potevano negare o resistere, giacchè vedevano bene che la licenza d’una gita nella solitudine per il cammino di tre giornate era un comiato perpetuo; che la persecuzione poi fatta per isterminare i fuggenti, mettendo i due popoli in condizione di guerra, legittimava ben altro che la preda di quelle spoglie nemiche. Ma a spiegare quest’altro fatto di ben