Pagina:Tommaso Moro.djvu/15

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La furibonda Elisabetta ! io volli
Per la pietà del sesso mio salvarla.
Tu non sai; l'empia mi spregiò; negommi
Il titol di regina, e orrende cose
Mi profetò. L' abbandonai.

ALDREDO.

La vidi,

La vidi trarre al rogo. Udii l' estreme
Parole due. Ridirtele degg' io?

ANNA.

Che?

ALFREDO.

Ridirtele, certo, uom non ardiva
In questa di mezogne e di lusinghe
Ridente corte. Or sappile, o infelice,
E non prenderle a scherno.

ANNA.

Oh ciel!

ALFREDO.

Motori

Noi di riforma nella Chiesa, indarno
Vorremo annoverar tra scellerati
Ogni nostro avversario, ogni seguace
Del roman culto. Ah no! v' ha tra coloro
Anime alte, piisime, dotate
Di tai dona da Dio, ch' averne è forza
Reverenza, terror. Quella fanciulla
Veramente parea da onniposente
Impulso mossa.