Pagina:Tommaso Moro.djvu/46

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E perchè appunto conosciam l’augusta

Indol vostra benigna, e la scaltrezza
Di quel fautor di frodi e di rivolte,
Forz’è che inorriditi immaginiamo
Non impossibil la maggior di quante
Abbia Inghilterra a paventar sciagure:
Che al grande Arrigo il fascino s’appigli
Del troppo amato seduttor; che al grande
Arrigo indi la gloria oggi s’oscuri;
Che al grande Arrigo s’apra oggi un abisso
Impreveduto, ove la sua grandezza
Precipiti e si perda, e stupefatti
La cerchino i futuri, e dubitando
Dicano: «Ei forse non fu grande mai!»
ARRIGO
Temerario!
CROMWELL
Di sudditi fedeli
Debit’è, d’un monarca affrontar l’ira,
Per impedire il danno suo. Gagliarda
Nella Chiesa britannica operaste
Riforma salutar, ma funestata
Da orrendo sangue. Se con ferma destra
La mantenete, se compirla osate,
Le stragi che costò s’oblïeranno,
E lode avrete d’assennato e pio.
Se nell’impresa vacillasse Arrigo,
Se, dando retta a perfidi consigli,
L’opera sua infiacchisse od annullasse,
Inclito frutto alcun di questo regno