Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
istruzione pubblica | 149 |
L’epoca nella quale cominciarono a fiorire gli studi in Piemonte, mercè le cure del governo, devesi riferire al regno di Vittorio Amedeo II, del quale ogni anno, si può dire, fu segnalato da qualche beneficio alla pubblica istruzione. Difatti l’università che nel 1720 non contava che 800 studenti, giunse a tale prosperità che nel 1730 ne conlava già 2,000.
L’università di Torino, chiusa col collegio delle provincie al sopraggiugnere della rivoluzione francese, fu riaperta sul finire del 1798, in mezzo alle convulsioni della rivoluzione. Esautorato l’antico Magistrato della Riforma, sottentrò a reggerla un Consiglio di professori.
Entrati nel 1795 gli austro-russi in Torino, l’università fu chiusa. Gli studi si compievano privatamente.
La storia moderna dell’università di Torino ha il suo vero incominciamento dall’epoca francese, nella qual epoca le riforme introdotte meritano uno speciale riguardo.
Nel 1814, caduto l’impero napoleonico, l’università di Torino risorse colle sue costituzioni, come se nulla fosse avvenuto dal 1778 in poi.
Nel 1819 il conte Prospero Balbo, reggendo l’università, fece prevalere le considerazioni del buon senso e della ragione, diè mano ad utili riforme, frutto do’suoi savi consigli, che potè compiere più tardi con maggiore autorità, chiamato essendo a reggere anche il ministero dell’interno.
Soggiacque a vicende varie nel 1821 e nel 1830; e fu nel 1845 in cui Carlo Alberto, chiamato il marchese Cesare Alfieri, gli affidò l’incarico di compiere negli ordini universitarii quelle riforme ch’egli aveva ordinato in molte altre parti della pubblica amministrazione: fu allora che si eressero due cattedre, l’una di chimica applicata alle arti, l’altra di meccanica; e che se ne aggiunsero di nuove nelle facoltà di leggi ed altre mutazioni s’introdussero nei collegi delle facoltà.
Altre riforme più rapidamente s’aggiunsero nel 1847; e fu addi 30 novembre, in cui con regio biglietto venne abolito il Magistrato della Riforma e creato un ministero particolare per l’istruzione pubblica con proprio bilancio.
- del corso medico chirurgico ed i tre primi anni di leggi e conseguire le qualità di farmacista e di flebotomo. Ciascun collegio reale, stabilito in una provincia di sede vescovile, possiede una cattedra di teologia per gli aspiranti al sacerdozio, e quasi in ogni capoluogo di provincia è stabilita una cattedra d’istituzioni civili per gli aspiranti alle professioni di notaio e causidico.
- (Per maggiori notizie e schiarimenti intorno all’istruzione universitaria e della pubblica istruitone in generale nello Stato, veggasi il citato Annuario storico-statistico pel 1852 compilato da G. Stefani Tip. Favale 1852.)