Pagina:Torino e suoi dintorni.djvu/255

Da Wikisource.

CQttPOtUZlONl HLL1U10-E 227

oosto )!>7C andarono al possesso della chiesa parrocchiale di S. Tommaso apostolo. Soppressi nel tempo del governo francese, dopo la restaura- tone della monarchia, riacquistarono il convento di S. Tommaso e l'am- ministrazione dell' annessa parrocchia.

!Wln«ri Osiifrvnnti riformati, delti anche Frati della Madonna iUyli Angeli ( Piazzetta della Madonna degli Angeli, 6).—Sotto Carlo Emanuele I Stabilirono dapprima un ospizio provvisorio nello vicinanze dolla parrocchia di S. Agostino; quindi appigionata una fisa in città nuova, ed avuta dal signor Ottano Baronis una copia dell' immagine della Madonna di Trapani, posero quel quadro in una bottega di delta casa che convertirono in cappella, dove traeva molto concorso di popolo. Nel 1027 pigliarono 1' impresa delle missioni nelle valli di Lucerna e di Angrogna.

Aboliti del governo francese, furono ristabiliti dopo il ritorno del re di Sardegna ne' suoi Stali di terraferma. Non avendo essi potuto ricuperare l'intiero convento della Madonna degli Angeli, se ne fab- bricò loro in compenso un nuovo succursale nell'antico cimitero di S. Lazzaro in riva al Po, presso la chiesa volgarmente detta della Rocca, ove tennero per alcun tempo il loro studio che fu poi traslocato nei convento di Chieri.

Oliluli ili M. V. e di ». Ignazio {Piazzetta della Consolala';. — Nel lS3't presero possesso del santuario della B. V. della Conso- lala e dell'annesso convento , da cui era un poco innanzi ospulsi i Padri cislerciensi. La congregazione degli Oblali venne fondala nel 1820 a Pmerolo dal teologo Pio Brunone Lanteri di Cuneo e dai sacerdote Gian Batlista Heynaud di Carignano, ed approvala per breve di papa Leone XII.

Preti discepoli del Cottolengo (Borgo Dora). — Sacer- doti congregati nello stabilimento Cottolengo, i quali assiemo col direttore attendono a procurare li spirituali soccorsi ai ricoverali nelle ffccota Opera della Divina Provvidenza.

    • reti della Miratone (no delta Provvidenza. 11).—Carlolima-

«ucle Filiberto Giacinto di Simiane, marchese di Pianezza, domandò lGóij a S. Vincenzo de'Paoli alcuni de'suoi missionari, i quali funsero da Parigi in Torino nel novembre dello stesso anno. Nel 1607 abitavano una casa appositamente fabbricata nel sito ove ora trovasi d palazzo arcivescovile, e nel 1776 il convento dei soppressi gesuiti.

. !a loro congregazione nel 1800, questi religiosi vennero risla- 1 iti dopo il governo francese, e fu loro assegnato per abitazione il