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2 pianta di torino


Il suolo leggermente inclinato, su cui si eleva, è un terreno alluviale, composto, come apparisce nello scavamento dei pozzi e lungo l’alveo del Po, di vari strati alternati fra loro di sabbia, di ghiaia, di ciottoli e di sottili falde di sostanza quasi argillosa.

S’alza sopra il livello del mare, in piazza Castello (presso il palazzo Madama) metri 230; sul ponte di Po metri 207; a porta Susa metri 240.


Torino, quand’era colonia romana, aveva forma quadrata appunto come un accampamento. Le sue mura circoscrivevano lo spazio che corre tra il palazzo di Madama e la metà dell’isolato de’ Gesuiti, le torri del Vicariato e la casa del conte di Sant’Albano nella via di S. Tommaso. Era città piccola, ma forte per mura e per torri, e più ancora per l’indole bellicosa de’ suoi popoli.

In epoca ignota si estese dal lato d’occidente per la lunghezza di due isolati fino alla linea della metà di piazza Susina o Paesana, comprendendo cioè la chiesa di S. Dalmazzo e il monastero di S. Chiara, coi terreni adiacenti. E ciò prima del secolo X, nel qual tempo il novello ingrandimento conteneva la chiesa di Sant’Andrea (ora della Consolata).

Sul finire del secolo IX, era il muro della città armato di densissime torri; e girava tutto all’intorno una comoda galleria, sopra la quale ergevansi forti opere di difesa. Niuna variazione si fece al perimetro delle mura fino al secolo XVII, come si può vedere nelle geografie del cinquecento, che tutte descrivono la città di forma quadrata. Entro la cerchia delle mura crebbero di numero le case e le chiese nei borghi.

Le fortificazioni, in questo mezzo, ampliarono e modificaronsi d’assai. Nicolò Tartaglia nota che i lati nord e sud delle mura correvano lo spazio di 360 passi; gli altri due lati un po’ meno. Era dunque Torino di forma quadrilunga, e di circa 1400 passi di giro.

Nel secolo XIII la città era divisa in quattro quartieri, che pigliavan nome dalle porte, e chiamavansi di porta Doranea (o del Palazzo), di porta Pusterla, di porta Nuova, di porta Marmorea.

Nel 1600, con editto del 28 novembre, Carlo Emanuele I partiva similmente la città in quattro quartieri, in ciascuno de’ quali destinava una piazza d’armi, dove potessero far capo ed ordinarsi le genti da guerra.

Pochi anni dopo il medesimo principe cominciava il secondo ingrandimento della città verso mezzodì, dalla qual parte il corso delle mura era alquanto più in dentro della linea che segna la strada di S. Teresa,