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BREVE INFORMAZIONE STORICA 21


dine alle artiglierie di ritirarsi, distruggendo ed abbruciando ciò che non si potea trasportare; e dicesi che splendesse un bel fuoco!

Torino liberata apre giubilando le porte a’ suoi principi liberatori. Preceduti da un numeroso stuolo di prigionieri, simili ai capitani antichi, entrano Vittorio Amedeo e il principe Eugenio di Savoia, a cavallo, per la porta Palazzo (chiamata quindi per questo fatto porta Vittoria), con immenso seguito di principi e di generali, al suon festivo delle campane ed allo scoppio delle artiglierie. Avviati alla cattedrale, e deposte le spade a’ pie’ dell’altare, si cantano con trasporto di gioia inni di grazie all’Altissimo. La città si riempie di cavalli, di muli, di equipaggi, di spoglie nemiche, e s’alzano dappertutto trofei colle armi e coi vessilli francesi.

Il dì seguente il resto dell’esercito assediante era in piena ritirata sopra Pinerolo. Così, conchiude il Soleri testimonio di vista e d’udito, dopo tre mesi e ventisette giorni di assedio, dopo tre mesi e cinque giorni di trincea aperta, dopo tre mesi che questa fortezza ha sofferto le bombe dei francesi, dopo due mesi e ventidue giorni che habbiamo sentito li tormenti dei cannoni loro, per grazia del Dio degli eserciti e protezione di Maria Vergine siamo stati liberati dal longo e fiero assedio.

Scrissero nelle lor relazioni i nemici che soli 1,000 uomini restarono nel campo. È certo che oltre 6,000 rimasero addietro tra feriti e prigionieri. I morti e feriti da parte nostra non furono in minor numero. Cinquantacinque stendardi francesi furono spiegati in San Giovanni. La nostra cittadella trasse durante l’assedio 6,000 bombe, 75,000 colpi di cannone, più 70,000 di petriere, senza parlar delle mine. Il Soleri racconta che dal principio alla fine dell’assedio 36,800 bombe nemiche entrarono nella città e cittadella, e si scagliarono 300,700 cannonate, senza contare le granate e i mortai di pietra.—Questa battaglia di Torino fece perdere l’Italia a Francia e Spagna.

Pel trattato d'Utrecht avendo Vittorio Amedeo II ricevuto la corona reale di Sicilia, che mutò poi con quella di Sardegna (gemma più modesta, ma più sicura della sua corona), Torino divenne la sede dei re sabaudi. Occupata dagli austro-russi nel maggio 1799, i francesi si ritrassero nella cittadella; se non che, tornati alla riscossa, e vincitori a Marengo, fu nel 1802 unito il Piemonte alla repubblica francese.

Durante l’impero napoleonico Torino, occupata ed asservita, fu capoluogo della 27 divisione militare e sede del principe Camillo Borghese, cognato dell’imperatore, col titolo di governatore generale dei dipartimenti di quà delle Alpi.

Torino ridivenne sede dei suoi naturali signori il 20 maggio 1814.