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60 CHIESE

v’erano tre tempii, quello del Santo Salvatore, quello di San Giovanni e quello di Santa Maria. La chiesa di San Giovanni, che si pretende fondata da Agilulfo nel 602, stata poscia verosimilmente distrutta, ricostruivasi nel 1395.

La fabbrica, quale ora si vede, fu sostituita alle tre chiese che prima esistevano; tutto l’antico (del campanile in fuori, che sembra sia stato solamente elevato a maggior altezza) fu atterrato; e il nuovo e grazioso duomo sorse nel 1498.

Appartiene allo stile del Risorgimento. Diviso in tre navate, è lodevole la perfetta armonia delle sue parti; semplice la facciata costrutta in marmo di Carrara, come dello stesso marmo sono pure costrutti i cornicioni esterni, ed una gradinata per cui si ascende al tempio: raffaellescamente e con isquisito lavoro intagliati gli stipiti delle porte. Il fianco della chiesa è pure molto lodato.

L’illustre professore Carlo Promis crede possa essere opera di Baccio Pontelli, architetto di Sisto IV, essendone le proporzioni affatto somiglianti a quelle usate dal medesimo nelle chiese condotte in Roma e altrove, le quali hanno tutte que’ pregi di timida purezza e di grazia schiva e dilicata che s’ammirano nella nostra cattedrale.

Rimasta nuda nell’interno, giusta il costume di que’ tempi, soltanto a questi giorni venne messa tutta a pitture, a stucchi, a dorature. Si dipinsero sul vôlto i patriarchi; nelle lunette delle finestre i profeti; sotto lo finestre è rappresentalo in 14 quadri tutta la storia del Messia e del Precursore, cui questo tempio è dedicato. La gran tavola ch’è sopra la porta maggiore del tempio è una copia della Coena Domini di Leonardo da Vinci. Gli affreschi sono dei pittori Vacca, Fea e Gonin, di bellissima fama.

Abbondano di buone pitture e di marmi le molte cappelle di questa chiesa. Nel secondo altare a destra si vede una tavola a scompartimenti; i diciotto quadretti graziosamente incastrati fra gli ornamenti delle pareti laterali, sono attribuiti ad Alberto Durer di Norimberga, uno de’ più celebri pennelli della scuola tedesca.

La tribuna reale che trovasi a destra dell’altar maggiore fu disegnata dall’architetto Martinez.

Le pareti di questo sacro tempio s’adornano di molte lapidi sepolcrali. L’iscrizione più antica e preziosa è quella del vescovo Orsicino che mori nel 509.

Presso alla porta grande si vede la statua di Giovanna d’Orlié, dama delle Balme, che nel 1479 fece un legato per l’istituzione di