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72 CHIESE

Sulla piazzetta ch’è a ponente della chiesa, allo sbocco della larga via che chiamasi della Consolata, sorge un’alta colonna di granito di Baveno, sopra la quale stà la statua della Madonna, di marmo bianco, alta metri 2,56. Fu eretta dalla città di Torino nella stessa occasione del voto fatto nel 1835. La statua fu collocata solennemente il 10 luglio 1837. Essa rappresenta la regina del cielo, com’è figurata nell’immagine del vicino santuario.

Nel piedistallo è la seguente iscrizione, che esprime la ragione e lo scioglimento del voto:

Matri a consolatione
Ob aerumnam morbi asiatici
Mire lenitam mox sublatam
Tantae sospitatricis ope
Ordo dec, pro populo
Votum solvens quod vovit
An. M DCCCXXXV.

Olt aeruiitnmn morbi asiatici

La Misericordia (Via della Consolata). — Apparteneva già ad un monastero di Benedettine, quindi alle canonichesse Lateranensi. La facciata fu eretta sul disegno dell’architetto Lombardi nel 1828.

I1 quadro dell’altar maggiore è opera di Federico Zuccheri; quello di S. Gio. Nepomuceno del cav. Beaumont.

Corpus Domini (Piazzetta del Corpus Domini). C. P. — Eretta dalla città di Torino a conservare la memoria del miracolo del Ss. Sacramento, avvenuto nel 1453, addì 6 di giugno. È fatta sul disegno di Ascanio Vittozzi. La facciata non è di cattivo stile; ma la chiesa venne strabocchevolmente arricchita di marmi, di ornati e di dorature nel 1753 dal conte Benedetto Alfieri, allora decurione della città di Torino. I1 quadro dell’altar maggiore è della scuola del Guercino, quello di San Giuseppe e i due ovali della cappella a destra, sono di Gerolamo Donnini da Correggio; quello di San Carlo Borromeo co’ suoi ovali, nella cappella a sinistra, di Francesco Meiler, alemanno.

Quasi sotto al pulpito vedesi infissa nel pavimento una grande tavola di marmo bianco, su cui sta incisa un’iscrizione, cinta all’intorno da un cancello. Questa lapide venne collocata per ricordare il luogo ove avvenne il miracolo, di cui si celebra ogni anno la ricorrenza con pub- blica solennità1.

  1. La storia e la tradizione narrano, che nell’anno 1453 esaeudo insorti dissapori tra Ludovico VIII, duca di Savoia ed il Delfino, e messa a sacco la terra d’Exilles nella valle d’Oulx, che allora apparteneva al Delfinato, un sacrilego sol-