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14 TORNIAMO ALLO STATUTO

delle consorterie locali, facendo così mancare l’autorità sociale al suo supremo ufficio.

Ad ogni modo, fintantochè dureranno in Italia condizioni tali che rendano inevitabile una larga azione dell’autorità centrale per la tutela della sicurezza e della stessa libertà individuale, per le opere pubbliche, per l'istruzione, ecc. (e nessuno di noi che viviamo ne vedrà la fine, nemmeno quelli che giungeranno al centenario dello Statuto), ogni diretta e immediata dipendenza dalla Camera elettiva, del potere esecutivo impersonato nei ministri, si convertirà in un continuo tentativo dei Ministeri di coartare la volontà della Camera mediante la multiforme azione del Governo nei singoli collegi, promettendo favori e minacciando dispetti e danni.

Resosi oggi il Ministero (non parlo di questo o quel Gabinetto, ma dell’istituto considerato impersonalmente) quasi indipendente dal Sovrano, ed avendone arrogate a sè le funzioni reali ed effettive nel nome della rappresentanza elettiva, ora vorrebbe rendersi indipendente dalla Camera, col togliere a questa ogni ingerenza nel potere esecutivo. In altre parole, il Gabinetto, che si è valso della Camera per spossessare realmente dei suoi poteri essenziali il Principe, oggi invece, a nome dei diritti della Corona, ossia dei diritti di quel potere esecutivo che lo Statuto vorrebbe al Principe riservato, e facendosi forte del principio della divisione dei poteri, vorrebbe trovar modo di liberarsi dalla Camera e dalle sue fastidiose esigenze.

Praticamente e logicamente non si può raggiungere la meta desiderata dall’onorevole Di Rudinì come da tutti i liberali conservatori, se non che rimontando ai principi dello Statuto in quanto esso proclama che i ministri ossia le persone preposte alla direzione delle grandi amministrazioni dello Stato non sono, nè collettivamente considerati nè singolarmente, i ministri della Camera, e tampoco ministri per proprio conto con diritti e titolo proprio, ma semplicemente i ministri responsabili dell’azione del Principe. Da tale ritorno ai principî dello Statuto dipende tutto il risanamento della nostra vita parlamentare, compresevi tanto la liberazione del deputato dalle pressioni degli elettori perchè giorno per giorno s’intrometta nell’amministrazione della cosa pubblica per favorire i loro interessi personali, quanto la liberazione dei ministri dalle illecite pressioni ed ingerenze parlamentari.

Rivendicate al Sovrano i suoi diritti, e facilmente vi riuscirà