Pagina:Torriani - Cara speranza, Milano, Chiesa, 1896.djvu/169

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silenzi d’amore. 161

l’animo quella confessione scritta, se s’era proposta serbare il suo segreto, la lettera non avrebbe giovato a strapparglielo. E due ore dopo, Fausto l’avrebbe riveduta col solito sorriso sulle labbra, e se c’era stata una tempesta, non ne avrebbe saputo nulla. Ed egli voleva saperlo, voleva sorprenderla quella tempesta che rispondeva in un altro cuore alla tempesta del suo.

Quando mi vedrà, all’alba, fermo in istrada a contemplare la sua finestra, come un innamorato da romanzo, come un pazzo, non potrà pigliarlo per un complimento. Dovrà comprendere che l’amo, e confessare che lo comprende.

E la Contessa non esitò a confessarlo. Rimase affascinata, col cuore palpitante, cogli occhi fissi negli occhi di lui, bevendo a larghi sorsi la felicità, in quel lungo silenzio d’amore. Rimase senza