Pagina:Torriani - Cara speranza, Milano, Chiesa, 1896.djvu/64

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56 il curare.

“— Maledetta la mia scienza!

“Poi vidi una cosa atroce, mostruosa. Una di quelle infamie che farebbero fremere d’indignazione tutto un popolo, contro le quali l’umanità si solleva indignata; e non potei fremere nè sollevarmi!

“Rosario Angherà, pallido, piangente, mi venne accanto sospirando:

“— Oh che disgrazia! povero me, che fatalità!

“Si pose in ginocchio accanto al mio cadavere, e, giungendo le mani come se pregasse perdono, mi susurrò all’orecchio:

“— So che tu vivi, che vedi e che senti: ma non lo dirò. M’hai schiaffeggiato e m’hai chiamato vile; i vili non salvano i coraggiosi, ma si vendicano.

“Poi si alzò, e col volto fra le mani, come accasciato dal dolore, uscì, e tutti lo seguirono.