Pagina:Torriani - In risaia, Milano, Galli, 1890.djvu/127

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in risaia 125


— Sì, colla Rosetta di Cerano. Sono io che gliel’ho fatta conoscere. È una bella giovine.

— Chi non lo sa? Sono soltanto le belle che vanno a marito.

— Ma che! ci vanno anche le brutte. Di carne al macello non ne avanza mai.

— Intanto io che sono brutta, non ho trovato nessuno sposo.

— E se ve lo trovassi io, Nanna?

Lei capì che il babbo gli aveva parlato, e si curvò verso la fonte senza rispondere, per dissimulare la gioia che la faceva sorridere suo malgrado.

— Dite, lo pigliereste, se ve lo trovassi, lo sposo? tornò a domandare Pacifico.

La Nanna si curvò maggiormente mordendosi le labbra. Gongolava. Era come un ammalato che torni alla vita dopo una lunga infermità della quale ha creduto morire. Riviveva all’amore, si rivedeva sposa, lei che aveva già perduto ogni speranza.

Pacifico, vedendo che rideva, prese un pezzo